dipendenza da internet

Esperienze in ambulatorio

In questo libro Lavenia parla di dipendenze tecnologiche, attraverso un manuale, di poco più di 100 pagine, che risulta puntuale e ricco di pratici spunti di riflessione.

Le dipendenze tecnologiche” mi è stato recentemente consigliato. Devo dire che vi ho ritrovato molte delle questioni che a volte mi capita di incontrare nella mia pratica clinica, soprattutto quando lavoro con gli adolescenti.

Mentre leggevo i primi capitoli, ho ripensato ad un piccolo paziente di 14 anni, che non riusciva a stare fermo sulla sedia mentre parlavamo. Mi è tornato in mente come si sono illuminati i suoi occhi quando ha iniziato a parlarmi dei giochi di ruolo online.

Per introdurvi l’argomento però forse è meglio cominciare dall’inizio…

Che cosa sono le dipendenze tecnologiche?

Il rapido sviluppo tecnologico degli ultimi decenni ha cambiato profondamente come ci relazioniamo con noi stessi e con gli altri. Ogni giorno sperimentiamo nuovi modi di entrare in relazione mediati dal web: chat, forum, social network.

Tuttavia alcuni a volte rimangono intrappolati in modalità patologiche di utilizzo e di rapporto con internet.

Parliamo in questo caso di web dipendenze proprio perché caratterizzate da comportamenti di dipendenza. Non si tratta di una serie di disturbi correlati all’uso di internet, che colpiscono di solito soggetti più vulnerabili.

Quelli più a rischio in tal senso sono individui dai 15 ai 40 anni con difficoltà comunicative, per problemi psicologici, psichiatrici, familiari o relazionali.

Spesso la dipendenza da internet (Internet Addiction Disorder) si accompagna alla presenza di tratti compulsivi e tendenza al ritiro sociale.

Come nel caso di una mamma disperata che si presenta in ambulatorio, cercando un modo per aiutare il figlio di 35 anni che da tempo ormai rimane chiuso in stanza: non è intenzionato a cercare un lavoro, non studia, non ha amici, non si lava e non mangia regolarmente. Totalmente assorbito dai giochi online tra l’altro, vive di notte e spesso dorme di giorno.

In molti casi già dopo un primo colloquio emerge chiaramente come l’uso patologico della rete diventi per il soggetto un comportamento di evitamento tramite il quale riesce a non affrontare le sue problematiche di vita quotidiana.

Ciò che mi ha colpito è come nella nostra città, queste condizioni patologiche di dipendenza da internet siano molto più diffuse di quanto pensiamo. Senza il bisogno di approdare agli Hikikomori giapponesi, molti italiani si trovano in questa condizione e finiscono per rimanere relegati ai margini della realtà.

Se anche tu o un tuo caro state vivendo queste difficoltà, sappi che uno psicologo specializzato, può aiutarti.

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