Ricordo di un’ annosa questione affrontata in facoltà i primi anni di università: ha più influenza sull’uomo la natura o la cultura? ovvero le caratteristiche genetiche che ereditiamo o l’influenza della società in cui siamo immersi?
Oggi sappiamo come non esiste il predominio di una o dell’altra, entrambe concorrono a determinare chi siamo.
A partire da questa premessa mi sembrava interessante proporti un breve excursus, per parlare proprio di come i bisogni degli uomini siano cambiati generazione dopo generazione. Per farlo accennerò all’introduzione del libro “Now for Next” di Margherita Spagnuolo Lobb, che in tal senso ho trovato molto esaustivo.
Perchè ti propongo questo piccolo viaggio insieme?
Perché credo sia utile ad inquadrare un po’ meglio chi siamo anche in rapporto alla società in cui viviamo e come siamo arrivati fino a qui.
Iniziamo….
Prima tappa GLI ANNI 50’/70′:
i sociologi definiscono questo periodo come società narcisistica. Il figlio doveva liberarsi dall’oppressione del padre e dalle norme sociali. La follia era vista come occasione per comprendere una parte irraggiungibile e fonte di creatività. Il bisogno era quello di riscoprirsi significativi anche se devianti o non dominanti. Un altro elemento chiave era la positività del conflitto nelle relazioni umane: “il conflitto sedato porta alla noia o alla guerra”.
GLI ANNI 70’/90′:
ovvero la società tecnologica. La produttività è l’unico valore affidabile. Questa generazione ha avuto da una parte la pressione forte di genitori affermati, che volevano che i loro figli fossero Dei come loro, dall’altra la mancanza di sostegno ai loro desideri e ai tentativi di essere qualcuno nel mondo. Molti giovani fuggivano nei “paradisi artificiali”, la rabbia verso i genitori portatori di valori inconciliabili con la loro umanità, ha facilitato la diffusione delle droghe e delle esperienze gruppali.
GLI ANNI 90’/2010:
i figli della generazione precedente sperimentano l’assenza delle relazioni intime: i genitori sono assenti perché presi dal lavoro, un po’ perché incompetenti a livello relazionale. La generazione di questo ventennio inoltre è cresciuta in un periodo di grandi flussi migratori; le tradizioni spesso sono perdute e alle piazze di paese si sono sostituite le piazze virtuali dei social network.
E tu a che generazione appartieni?