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Ascoltare le reazioni fisiologiche del proprio corpo e dare un nome alle emozioni che proviamo a volte può essere uno dei compiti più difficili a cui assolvere. Soprattutto se ci riferiamo alle emozioni negative, quelle che comportano più fatica e rispetto alle quali innalziamo difese poderose pur di schermarci: muri alti e spessi che ci possano far sentire al sicuro, nell’illusione di riuscire a non provare più nulla.

Perchè lo facciamo? Perché i cambiamenti ci spaventano e a volte quello che le emozioni ci stanno comunicando è che bisogna fare un passo in più, un po’ più in là, al di là delle nostre certezze. E non sempre siamo disposti a farlo o sentiamo di essere abbastanza forti.

Anche se fa paura, anche se è faticoso, ascoltarsi e accettare ciò che proviamo senza giudicarci è il più bel regalo che possiamo fare a noi stessi. Le emozioni non sono giuste o sbagliate sono espressioni di noi stessi. Da esse possiamo imparare cosa vogliamo, qual’è la nostra intenzionalità di contatto con il mondo e soprattutto chi siamo. Ed è proprio questo che ci guida lungo il cammino.

E’ una guida sempre sana perché mira a mantenere un equilibrio nella nostra mente e nel nostro corpo. Siamo una macchina perfetta!

Nasconderle a noi stessi, non ascoltarle o reprimerle equivale a creare in noi sofferenza psichica, che un po’ come il magma incandescente nel sottosuolo, cercherà un modo per venire fuori, per emergere magari in modo violento, incontrollabile, dirompente.

Ascoltarsi racconta le motivazioni alla base di quelle emozioni e con esse ci mostra esattamente verso dove vogliamo andare, perché queste sono sempre in relazione a qualcosa o a qualcuno.

Non sempre la nostra intenzionalità di contatto trova un riscontro effettivo nell’altro o nelle esperienze della vita: ci capiterà di fallire e succederà di non essere corrisposti.

Nessuno vuole vivere un fallimento eppure nella vita quando e se capita, questo rappresenta una delle esperienze più significative per crescere, per aspirare a qualcosa di più per noi stessi.

Impariamo, cambiamo, andiamo avanti.

E non c’è un limite preciso a questo, ci sono convenzioni sociali certo, ma lasciarsi guidare dal proprio sentire significa essere liberi di essere se stessi e contempla quindi la possibilità di invertire rotta laddove lo vorremo.

Shh….ascolta!

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